di Luciano Fiorani

Ha chiuso con un piccolo e inatteso spettacolo di fuochi artificiali la festa de L’Unità. Quest’anno la manifestazione dei democratici si è caratterizzta per un’insolito spazio dedicato alla politica. Ci sono state infatti quattro iniziative nell’ultima settimana e tutte con un pubblico numeroso e partecipe. Sicuramente il clima politico nazionale, con il governo Berlusconi in evidente stato di crisi, e la situazione locale, con il sindaco che ha lasciato l’amministrazione aprendo la strada alle elezioni della prossima primavera, ha spinto in molti verso lo spazio dibattiti. In ogni caso si è trattato di un successo che dovrebbe incoraggiare il Pd a confrontarsi con più frequenza sia col suo elettorato che con la popolazione di Chiusi. Un po’ defilata è invece apparsa la “campagna di ascolto” con la distribuzione di un questionario troppo generico. L’idea non era balzana ma necessitava di maggior cura e impegno.

Lo spettacolo di intrattenimento di maggior successo, come era facile prevedere, è stato quello di Simone Cristicchi e del coro dei minatori amiatini. All’esibizione ha assistito un publico numeroso, e in tanti sono scesi dall’Amiata per ascoltare i loro beniamini disertando, si dice, un importate avvenimento religioso, dando vita, involontariamente, ad un’episodio da Peppone e don Camillo.

L’affluenza alla festa è invece stata complessivamente inferiore agli altri anni. Si è avuta l’impressione che una formula stanca e datata sia giunta al capolinea, a cominciare dalla disposizione degli stands. Anche il liscio, che si ripete tutte le sere sempre uguale, sembra ormai diventato quasi un corpo separato dal resto della festa. Per il prossimo anno, gli organizzatori dovranno necessariamente inventarsi qualcosa di nuovo.