di Emanuele Ferrara

Cari amici di Chiusinews, ho dedicato molto del mio tempo libero alla militanza, trascorrendo gli anni più belli della mia gioventù tra la gente, porta a porta, nei mercati, nei luoghi di lavoro, con la ferma convinzione di quelle idee e di quelle esperienze umane che segnarono profondamente la formazione e l’impegno civile di quelli che come me sostennero in quegli anni Enrico Berlinguer, mio maestro di vita. Non è casuale che il suo ricordo susciti commozione e stima anche tra i giovani di oggi, malgrado dalla sua morte sia trascorso ormai più di un quarto di secolo.

Ma vorrei entrare subito nel vivo delle riflessioni ponendo al PD (anche a quello di Chiusi) ed alla Sinistra tutta la seguente domanda: in virtù di quale principio un partito che si definisce ” democratico” se non riesce a far rispettare il proprio statuto, continuando a candidare personaggi di stagioni politiche ormai superate? Vi sembra giusto vivere di politica vita natural durante? Ma non avevamo parlato di partito nuovo? Evidentemente il vizio di voler occupare a tutti i costi tutte le pieghe della società, contagia sempre di più alcuni noti rappresentanti della politica, che si aggrappano con tutte le loro forze alle sedie del potere per soddisfare le loro ambizioni personali.

Si è fatta strada così la cattiva politica che non guarda agli interessi generali dei cittadini, bensì agli interessi particolari del singolo che sostenuto dall’apparato, continua ad occupare con cinica arroganza, quei posti che spetterebbero invece ai giovani emergenti. In nome di cosa continuiamo a sentirci migliori? Se guardiamo meglio in casa nostra ci accorgiamo che a livello locale, sulle ceneri delle vecchie municipalizzate, sono sorte decine di aziende che erogano servizi pubblici con un bel po’ di vantaggi: amministratori tutti o quasi tutti proveneinti dalla politica, liberi di definire indennità e compensi, solitamente molto generosi. Ma che futuro potrà mai avere una sinistra così? Ma che futuro potrà mai avere un paese dove la politica, senza conoscenza e studio, con arroganza, occupa quei posti che spetterebbero di diritto alle giovani generazioni?

Basti vedere quanti politici sono stati eletti nei posti che contano. Non troverete nemmeno l’ombra di un giovane laureato! In questo paese non si dimette mai nessuno, tutti sono indispensabili a se stessi! Ma se voglio che gli altri siano migliori di me, devo dare il buon esempio! Sono decenni che aspettiamo il buon esempio dalla nostra classe politica! Non riusciamo ad intercettare il malessere che serpeggia tra la gente, perchè non abbiamo un progetto politico credibile. Ora è arrivato il tempo di costruire un grande progetto politico che sia finalmente il punto di riferimento ideale e morale per milioni di persone, dando il buon esempio e promuovendo la politica come “servizio”. La politica dovrà essere un “servizio” volontario offerto ai cittadini senza alcun fine di lucro, con l’abolizione di privilegi e di favori.

Gli stipendi dei parlamentari dovranno essere direttamente vincolati alle ore di presenza effettivamente prestate in parlamento. Tale misura avrebbe il potere di liberare il paese dagli opportunisti di qualunque parte , i quali, si vedrebbero costretti ad abbandonare la politica perchè non più redditizia e potremmo così avere in parlamentop rappresentanti disinteressati e trasparenti. Abbiamo dunque il dovere morale di essere al servizio dei cittadini, lasciando da parte protagonismì e personalismi. Ma per convincere quel 50% di elettori che non vanno più a votare, bisogna ritirare la politica dai territori, dalla sanità, dalla cultura, dalla formazione, dallo spettacolo, dalla Rai, esigendo che la propria classe dirigente venga selezionata attraverso un metodo che ne privilegi il merito e l’etica.

Abbiamo dunque bisogno di un progetto che sia percepito dalla gente come dirompente e rivoluzionario. Un progetto che al di la delle alleanze, deve avere l’ambizione di recuperare quegli elettori che non vanno più a votare. Un progetto che difenda i più deboli rendendoli consapevoli della loro dimensione di uomini e non di sudditi. C’è pareccho lavoro da fare, ma dobbiamo cominciare da noi stessi, con meno privilegi per tutti, e meno discorsi sterili e polemici. Io penso ad una società nella quale venga finalmente premiato il merito, una società dove a nessuno sia negato il diritto di studiare, di formarsi liberamente, una società dove la cultura, l’arte e la natura, siano rispettate ed amate come valori incancellabili.