Solo un altro blog targato WordPress…per riflettere sui fatti della città
Il pane e la cultura
Forse è vero, con la cultura non si mangia o si mangia poco. Almeno, per quella che è la mia esperienza, coloro che si occupano di cultura, tranne le rare geniali eccellenze, hanno serie difficoltà a sbarcare il lunario.
Forse con la cultura si crea un piccolo indotto che a livello di realtà locale può avere un peso. Dove non succede mai niente, quando si vede qualcosa è un evento che attira. La stagione teatrale estiva a Chiusi, è completamente gratuita, quindi è tutta in passivo, ma quella settimana i locali sono sempre pieni e c’è vita fino a tarda notte, ed il giro di turisti che si fermano anche la sera, invece del tipico “mordi e fuggi”, aumenta.
Credo che però il punto sia un’altro: con la cultura si cresce e si rimane vivi, così come con il cibo e con l’acqua. L’essere umano ha bisogno di scambio culturale così come ha bisogno di nutrimento e liquidi. La cultura è un investimento anche se il ritorno non è così evidente. Facciamo un esempio: La stagione teatrale invernale a Chiusi.
Il teatro di Chiusi ha una capienza massima di circa trecento posti, quindi facendo pagare un biglietto, anche caro, poniamo come esempio 20 euro a persona, si può avere un incasso massimo di circa 6000 euro, dei quali, al netto dei diritti SIAE rimangono circa 4000 (forse sono stato ottimista). A questi prezzi, al massimo ci si può permettere una compagnia dilettante (es. l’allestimento di uno spettacolo dei Semidarte costa circa 2000-2500 euro). Le compagnie professioniste hanno sicuramente costi maggiori. Il cartellone invernale quindi necessita obbligatoriamente di sovvenzioni e sponsor per andare in pareggio, ma non per questo mi permetterei di dire che sia uno spreco.
Il problema è considerare tutto in funzione del PIL e non della qualità della vita. Credo che investire in qualità della vita sia un buon investimento anche se non ci gonfia il portafoglio, anzi forse ce lo alleggerisce, ma chissà… forse più leggeri si canta e si danza meglio… e talvolta è meglio una buona cicala che una noiosa formica, ma questo discorso ci porterebbe troppo lontano.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 11 febbraio 2011 alle 00:03, ed è archiviato come CULTURA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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circa 13 anni fa
Per un’idea di quel che offre la cappella di sansevero (tutto attaccato, scusate per prima) dare un’occhiata qui:
http://www.museosansevero.it/
circa 13 anni fa
Brava Cecilia! Aggiungerei anche che l’arte italica della furberia a spese del pollo andrebbe sorvegliata attentamente: il controllo periodico e severo di qualità a tutela sia del consumatore, sia del produttore onesto, alla lunga finisce per pagare con molti interessi (molto più che la moral suasion). Non so se hai visto (non ci conosciamo, ma permettimi il tu ) la Cappella di San Severo a Napoli; se hai modo, facci un salto: il piano inferiore riserva una sorpresa spettacolare di anatomia (e non c’è da fare il viaggio lungo come negli usa).
circa 13 anni fa
Sorbera ha ragione, molte sono le arti che compongono il nostro patrimonio storico-culturale, pensiamo alle maioliche o al ferro battuto…tutti mestieri che dovremmo impegnarci a difendere prima di tutto con una migliore organizzazione e con un’elevazione della qualità dell’offerta turistica. Spesso come Italiani preferiamo guadagnare vendendo souvenir cinesi e bottigliette d’acqua a 1 euro e 20 che organizzarsi in modo che i turisti, che da noi non mancano mai anche se li scoraggiamo, siano guidati attraverso i nostri beni paesaggistici e architettonici alla scoperta dei nostri sapori, spettacoli e mestieri. Questo porterebbe tanti soldi e con loro lavoro di qualità insieme alla possibilità di trattenere i giovani sul territorio a proseguire le nostre tradizioni millenarie che ancora sono faro per il resto del mondo. Questo le amministrazioni possono farlo con la moral suasion, con l’attività di network, tramite l’attivazione di protocolli d’intesa: tutte cose a costo zero o quasi. (NB elemento propositivo)
PS: anche l’ars medica avrebbe la sua parte..come turista ho pagato fior di soldini per vedere negli Stati Uniti una mostra anatomica meno interessante di quella della biblioteca dove ho studiato a Siena!
circa 13 anni fa
Non fa una piega. D’altronde il cinema si paga, un paio di scarpe si comprano con i soldi e anche il gelato, se lo vogliamo, non ce lo danno gratis. Si può discutere se praticare o no un “prezzo politico” ma proprio gratis non è dignitoso. Chi fa teatro, musica, danza e opera – le cosiddette perfoming arts – deve studiare molto e per tutta la vita se non vuole regredire a “dilettante” (in tutti i sensi che questa espressione contempla). E poi anche da parte del pubblico, se si paga si ha diritto di pretendere….e diventa così uno stimolo per tutti.
circa 13 anni fa
Condivido quasi totalmente le idee di Storelli, così come mi sembrano interessanti le proposte finora uscite, ma da anni mi chiedo: perchè la stagione estiva deve essere del tutto gratuita? Si pensa che il turista non saprebbe sopportare un contributo non esoso (anche inferiore a quello della stagione invernale)? Sono certo che un contributo del genere ci permetterebbe di organizzare anche una sola opera, visto che il melodramma manca da Chiusi dagli anni Sessanta, da quando cioè una compagnia di giro non infame girava, appunto, tutta la regione con opere di repertorio verdiano e pucciniano. Unica eccezione: un Matrimonio segreto diretto da Rutelli con riduzione orchestrale e studenti di musica che avevano ancora molto lavoro da fare. Esistono ancora possibilità di avere opere a basso costo e con begli esiti. Chiediamo un piccolo contributo e sicuramente gli appassionati, che in Italia e non solo, non mancano, saranno disposti a versare più di un euro. Come sanno tutti coloro che organizzano opere, per esempio a Massa Marittima
circa 13 anni fa
stefano (marcantonini) sul cinema credo che ne abbiamo altre volte, vediamo se questa volta ce la facciamo.
circa 13 anni fa
Scusate la svista: l’istituzione spagnola è Casa Batllo (o con accento acuto) e age va scritto con l’accento circonflesso sulla a. Per pigrizia, scrivo usando il “riquadro” dei commenti, per cui non ho molta scelta per gli accenti delle lingue straniere. Non è pedanteria, solo attenzione all’ortografia
circa 13 anni fa
Ho perso quello del paradosso, ma all’incontro sulla matematica antica c’ero (insieme a tanti ragazzini – almeno 7). Mi piace l’idea di Micciché, ma estenderei il “convegno” su tre o quattro giornate a tema. Sul cinema, vediamoci insieme a Stefano. Fammi sondare la disponibilità di un amico, e vedremo che si può fare su domotica et similia.
E poi, da cosa nasce sempre cosa
circa 13 anni fa
finalmente un “feedback”…….
circa 13 anni fa
Sorbera, comincia a buttar giù qualche idea. Che sia cinema, musica (avrei preferenza per il melodramma) o matematica l’importante è partire. Le forme i modi e i luoghi si troveranno senz’altro.
Chiusi, tra le altre cose ha bisogno di darsi una svegliata anche sotto questo profilo. E’ dalle piccole iniziative può nascere l’interesse e il desiderio verso nuovi campi.
E’ stata una piacevole sorpresa trovare agli incontri che promuove il museo di Chianciano un pubblico prevalentemente giovane. Ad ascoltare Gaiba sul paradosso ho visto ragazzi e ragazzini attentissimi che, lo si capiva benissimo, avrebbero voluto che il pomeriggio non finisse mai.
circa 13 anni fa
Stefano (Marcantonini): preferirei la musica, dato che non amo molto il cinema, ma sono disposto a “giocarmici” un po’. Magari possiamo condividere qualche ipotesi di lavoro per una rassegna estiva? Se poi riuscissimo a metterci un po’ di musica……. Sentiamoci.
circa 13 anni fa
Il nostro è il paese in cui tutto è scontato: mentre i francesi riescono a valorizzare in termini turistici persino un allevamento di vacche, noi riusciamo a “nascondere” un vero e proprio colosseo (chi sa dove si possono vedere le figurine dei mestieri medievali ad Arezzo?). Altrove riportavo il caso di Casa Battlo, un’istituzione privata spagnola che vive dei soli ingressi ai propri monumenti; noi non ci riusciamo: perché? E non è solo una questione “geografica”: che il Taj Mahal o i templi di Angkor nascano proprio li dove sono, non è un caso – ovvio – (Donatelli, non siamo mai soli ) . Ma possiamo ridurre la cultura solo ai monumenti? Per dire, la Medicina è ancora “cultura” o no? Se diciamo di no, lasciamo fuori tutte le pratiche (storicamente definite e rintracciabili – ad es., cfr. M. Foucault, La naissance de la clinique, o, ancora più “potente”, di ID., Histoire de la folie à l’age classique -) in cui è irretito il corpo (e la mente) occidentale (si pensi alla pratica della palpazione – che di questi tempi risulta assai ambigua ) e se diciamo di si, rischiamo di “ridurre” il sapere medico a “semplice” modalità di un quadro più vasto. Appunto, sarebbe opportuno “delimitare” il campo.
circa 13 anni fa
Provo a riassumere. Le valutazioni di Francesco (Storelli) si inseriscono in quel grande filone del così detto consumo immateriale, e lasciano capire che forse una registrata alla scaletta delle priorità non sarebbe male.
Partendo poi dal nostro “ambiente” come dice Donatelli, mi parrebbe opportuno cominciare a scandagliare possibilità concrete su ambiti non illimitati come suggerisce Sorbera.
Perchè anch’io penso che con metodo nuovo e organizzazione con cultura e turismo un bel po’ di pane ci si possa ricavare.
La proposta di Miccichè potrebbe essere avnzata all’amministrazione comunale fin da ora, anche se ovviamente bisognerà aspettare la nuova perchè si concretizzi.
circa 13 anni fa
Da un pò di tempo vorrei soddisfare la mia passione per il cinema con un associazione in tal senso a Chiusi, dove si possa veicolare l’interesse per la settima arte con proiezioni, incontri, retrospettive, corsi, etc. Il problema è che da solo non ce la faccio. Qualcuno condivide la mia stessa passione ?
circa 13 anni fa
No, Roberto (donatelli)… non parli cinese.
circa 13 anni fa
…..Non è che voglia essere preso sul serio…..ma qualche volta sarebbe bello se qualcuno facesse seguito ad un mio commento…….o parlo cinese……o sparo c…..te.
circa 13 anni fa
Ogni euro investito in Cultura ne produce 2,49. Lo dimostra uno studio presentato a Firenze dallo Studio Ambrosetti nell’ambito di Florens 2010. http://www.famigliacristiana.it/Informazione/News/articolo/mangiare-cultura-si-puo.aspx
Ovviamente Cultura non é solo Teatro, é tutto quello che di meglio la nostra civiltà ha espresso nei secoli e che é rimasto come retaggio: nel nostro caso gli etruschi ma anche il paesaggio urbano e naturale; i codici antichi, la cattedrale, i musei così come la gastronomia; l’Opera lirica certo ma anche il grande cinema italiano apprezzato in tutto il mondo, primo fra tutti Fellini.
Su questa lettura di base concorda anche l’assessore Gherardi benché in molti anche a Chiusi – e di varia e insospettabile estrazione politica – ritengano oggi Cultura e Turismo culturale come “vuoti a perdere”. Per questo proporrei un Convegno che aiuti ad individuare questa opportunità come volano di crescita economica e non solo come pur necessario alimento dello spirito. L’Italia ha più siti Unesco di ogni altro paese ma nello sfruttamento turistico è sotto, tra gli altri, Spagna, Gran Bretagna, Germania e Francia
circa 13 anni fa
Attenzione a non andare troppo “al largo”. Converrà delimitare o almeno (parzialmente) definire quel che intendiamo quando diciamo “cultura”. E’ un “aggeggio” che può essere sia un sistema retorico completo come pure un fenomeno circoscritto: dipende dal punto di vista.
Forse se riusciamo a chiarire quel che si intende evitiamo fraintendimenti.
circa 13 anni fa
Credo che la “cultura”, come tutto il resto, dipenda esclusivamente dall’ambiente in cui uno vive. Un “Taj Mahal”, per esempio, è più “facile” costruirlo in India che, diciamo, in Patagonia dove ci si deve “limitare”…..”a celebrare un rito per seppellire un defunto che (si) amava”.
Forse con la comprensione che non è tanto la capacità dell’ individuo che fa la “differenza, ma l’Ambiente Naturale in cui l’individuo stesso vive, potremo farci una CULTURA in cui i “soldi” non sono l’inizio e la fine di “tutto”.
circa 13 anni fa
credo che si sia cominciato a far “cultura” quando un gruppo di uomini si è messo intorno al fuoco a sentire un anziano che raccontava un’avventura di caccia, o quando un uomo ha sentito il bisogno di disegnare su una parete le emozioni che aveva provato. Oppure quando qualcuno ha sentito il bisogno di celebrare un rito per seppellire un defunto che amava. Comunque sia c’è sempre bisogno di una scambio di emozioni e idee tra persone. Prima di pensare ai soldi bisognerebbe pensare ad un ambiente che favorisca questi scambi di emozioni.
circa 13 anni fa
La “bellezza delle tasse” di Padoa Schioppa è tutta nel loro carattere di solidarietà. Cmq, l’azione amministrativa è sottoposta ad una serie di vincoli piuttosto stringenti con cui tutti (funzionari e politici) devono fare i conti; ormai, già da qualche anno, non si può più parlare di “finanza allegra”: con questa scusa, però, hanno introdotto tagli che ci costringono oggi a dover fare a meno di servizi che gli enti locali davano al posto dello stato (vedi CIG per le categorie non protette, assistenza ai disabili ed anziani, salute, ecc.).
circa 13 anni fa
Francesco Storelli ha ragione riguardo alla cultura, ma il discorso potrebbe essere ampliato a tutti i servizi che le amministrazioni pubbliche sono deputate a fornire. Tali servizi non devono essere finanziati dalle entrate specifiche del servizio stesso, ma al massimo compartecipati, perché il finanziamento principale è costituito dalle tasse che i cittadini pagano proprio per ottenere in cambio servizi. Il grosso problema sta nel come i servizi vengono gestiti e nella ricerca della economicità in rapporto alla qualità. Troppo spesso chi amministra fondi pubblici non si cura di questo rapporto ma privilegia altri parametri, non sempre trasparenti, e da qui nascono i gravi problemi economici che affliggono la nostra economia pubblica.
P.S. (con richiesta di deroga dalla regola delle dieci righe e in relazione alle accuse di disfattismo che ci vengono mosse). Un commento come questo contiene in sé: l’esame di una problematica, una critica a come spesso viene affrontata e un parere, chiaramente personale e quindi non infallibile, su come invece dovrebbe essere gestita. Il tutto contenuto nello spazio di dieci righe. Chi lo legge con la mente libera da pregiudizi forse riesce a cogliere la costruttività di tutto questo, altrimenti capisco che non è facile.
circa 13 anni fa
Tutto giustissimo. Aggiungerei, però, che la cultura è soprattutto coinvolgimento in un saper fare. In questo senso, il problema della nostra società è crescere (e far crescere le nuove generazioni) con la capacità di sottoporsi all’esercizio e disciplina che ogni tecnica comporta. L’entusiasmo per la bella esecuzione (o per la soluzione di un paradosso o per la comprensione di un ragionamento) sarà più grande se conosco le difficoltà che ci sono sotto.
Purtroppo, in questi giorni, abbiamo dei risultati deludenti: una ricerca pubblicata a fine dicembre a cura dell’UNISCO (http://www.repubblica.it/scuola/2011/02/03/news/ragazzi_analfabeti-12009109/), evidenzia come il 21% dei nostri ragazzini intorno ai 15 anni non è in grado di comprendere un testo scritto di media complessità. Non so dire il perché di questo (è stato un vero choc), posso solo sottolineare che, per questa strada, stiamo rubando il futuro ai nostri figli.
circa 13 anni fa
Forse non ci troverete il collegamento,oppure pochi ce lo troveranno, ma lo voglio scrivere lo stesso perchè per me il collegamento con quanto scritto da Francesco(Storeli)c’è e come ! E’ il segno dei tempi che viviamo, che cancellano la cultura e le volontà umane di
indignarsi e di reagire di fronte ad un sistema globale che ha devastato il mondo, e che ogni giorno ci viene proferito dai media, dalla politica, dai rapporti umani, che obbediscono solo ad una logica:quella del potere e del profitto.E’ un dialogo ripreso dalla Storia Infinita di Michel Ende:
G)Fantasia è il mondo della fantasia umana, ogni suo elemento,ogni sua creatura scaturisce dai sogni,dalla speranza dell’umanità,quindi la fantasia non può avere confini.
A)Perchè fantasia muore ?
G)Perchè la gente ha rinunciato a sperare e dimentica i propri sogni, cioè il nulla dilaga.
A)Cos’è il nulla ?
G)E’ il vuoto che ci circonda, è la disperazione che distrugge il mondo ed io ho fatto in modo di aiutarlo.
A)Ma perchè ?
G)Perchè è più facile dominare chi non crede in niente, e questo è il modo più sicuro per conquistare il potere!!
A)Chi sei tu veramente ?
G)Io sono il servo del potere che è nascosto dietro il nulla.
Michel Ende-La Storia Infinita(dialogo fra Atreiu e Dmork).