di Francesco Storelli

Forse è vero, con la cultura non si mangia o si mangia poco. Almeno, per quella che è la mia esperienza, coloro che si occupano di cultura, tranne le rare geniali eccellenze, hanno serie difficoltà a sbarcare il lunario.

Forse con la cultura si crea un piccolo indotto che a livello di realtà locale può avere un peso. Dove non succede mai niente, quando si vede qualcosa è un evento che attira. La stagione teatrale estiva a Chiusi, è completamente gratuita, quindi è tutta in passivo, ma quella settimana i locali sono sempre pieni e c’è vita fino a tarda notte, ed il giro di turisti che si fermano anche la sera, invece del tipico “mordi e fuggi”, aumenta.

Credo che però il punto sia un’altro: con la cultura si cresce e si rimane vivi, così come con il cibo e con l’acqua. L’essere umano ha bisogno di scambio culturale così come ha bisogno di nutrimento e liquidi. La cultura è un investimento anche se il ritorno non è così evidente. Facciamo un esempio: La stagione teatrale invernale a Chiusi.

Il teatro di Chiusi ha una capienza massima di circa trecento posti, quindi facendo pagare un biglietto, anche caro, poniamo come esempio 20 euro a persona, si può avere un incasso massimo di circa 6000 euro, dei quali, al netto dei diritti SIAE rimangono circa 4000 (forse sono stato ottimista). A questi prezzi, al massimo ci si può permettere una compagnia dilettante (es. l’allestimento di uno spettacolo dei Semidarte costa circa 2000-2500 euro). Le compagnie professioniste hanno sicuramente costi maggiori. Il cartellone invernale quindi necessita obbligatoriamente di sovvenzioni e sponsor per andare in pareggio, ma non per questo mi permetterei di dire che sia uno spreco.

Il problema è considerare tutto in funzione del PIL e non della qualità della vita. Credo che investire in qualità della vita sia un buon investimento anche se non ci gonfia il portafoglio, anzi forse ce lo alleggerisce, ma chissà… forse più leggeri si canta e si danza meglio… e talvolta è meglio una buona cicala che una noiosa formica, ma questo discorso ci porterebbe troppo lontano.